LA RETE DEL BENE DI CHI ODIA PAGA MANDA IN OVERFUNDING I PROGETTI DELLA PRIMA CALL “UNA BUONA CAUSA” E RENDE GRATUITO DIFENDERSI DALL’ODIO ONLINE
Milano - COP - Chi Odia Paga (www.chiodiapaga.it) è la prima startup legaltech italiana a vocazione sociale in grado non solo di difendere le vittime di odio online tramite servizi tecnologici e legali ma di coinvolgere, attraverso il crowdfunding, l’intera società civile nella sua prevenzione. Tutti (associazioni, aziende e cittadini) sono parte attiva di questo processo virtuoso necessario per prevenire e contrastare la diffusione dell’odio online: una “rete del bene” contro l’odio perché, come ricorda Francesco Inguscio, CEO di COP, “per fermare l’odiatore serve la legge e chi la sa applicare, per fermare l’odio servono educazione, consapevolezza e chi le sa diffondere”.
Il primo progetto andato in overfunding finanziato da Una Buona Causa con Nuvolab
Proprio grazie alla sua piattaforma di crowdfunding, Chi Odia Paga annuncia oggi il finanziamento dell’Associazione Puntozero di Milano che, grazie alla call #UnaBuonaCausa e alla generosità dei donatori aderenti alla raccolta fondi ha raggiunto la cifra di ben 22 mila euro, molti di più rispetto ai 10 mila euro richiesti, per realizzare “New Wild Web” uno spettacolo teatrale dedicato al tema del cyberbullismo. Lo spettacolo racconterà attraverso le avventure di Ismo&Bull (qui un’anteprima: https://youtu.be/9ZtCzpjPdJA) la tematica attuale del cyberbullismo, di forte impatto soprattutto per i più giovani, e vedrà coinvolti nella realizzazione alcuni giovani detenuti del carcere giovanile Beccaria di Milano accompagnati in questo percorso da professionisti del teatro da sempre strumento sociale di grande valore e impatto.
Giuseppe Scutellà, Presidente di Puntozero, commenta così il successo della raccolta: “Aver trovato come compagno di viaggio Chi Odia Paga non è solo importante da un punto di vista economico per la nostra associazione, ma assume un'importanza culturale e sociale per tutti, in quanto si concretizza con questa collaborazione il nostro sentire: davvero il teatro e la musica possono portare al cambiamento.”
Nuvolab, azienda partner di questa prima campagna di crowdfunding, oltre ad aver co-finanziato il progetto dell’associazione, ha finanziato il primo grant di 5.000 euro che permetterà di rendere gratuiti i servizi di tutela legale che Chi Odia Paga ha realizzato per contrastare il fenomeno dell’odio online.
Il secondo progetto contro il cyberbullismo con il sostegno di Innovatec
Un’altra associazione si prepara alla prossima raccolta i fondi necessaria a sostenere una seconda iniziativa di educazione e prevenzione dell’odio online: si tratta dell’Associazione Zanshin Tech di Genova che, con il suo progetto “Digital Guardian”, si pone l’obiettivo di formare online grazie a un corso di 30 ore almeno 120 ragazzi su tutto il territorio italiano perché possano difendere se stessi e gli altri dal cyberbullismo. La conoscenza porta consapevolezza e questo progetto va proprio in questa direzione.
La campagna di crowdfunding sarà resa possibile grazie al sostegno di Innovatec, azienda del settore cleantech quotata in Borsa, che ha deciso di co-finanziare con un matching grant la raccolta fondi di questa associazione.
Pietro Colucci, founder di Innovatec, motiva così la scelta: “Abbiamo scelto di sostenere la startup legaltech Chi Odia Paga e Zanshin Tech e il loro progetto ‘Digital Guardian’ perché si tratta di un’ottima occasione per far capire ai ragazzi che quello dell’odio online è un problema grave e reale e questa è un’opportunità unica per poter rendere gratuito un corso di formazione che insegni loro come difendere se stessi, i propri amici e chi ne ha bisogno, dal cyberbullismo”.
Una Buona Causa: come funziona il circolo virtuoso della “rete del bene”
La campagna Una Buona Causa viene proposta trimestralmente da Chi Odia Paga ad Associazioni e Aziende con un duplice obiettivo: stimolare le oltre 1.400 Associazioni mappate dalla startup per ideare e proporre iniziative di educazione, prevenzione e sensibilizzazione sui temi dell’odio online; sensibilizzare migliaia di Aziende italiane sensibili ai temi di CSR (corporate social responsibility) per sostenere, attraverso un matching grant, i progetti meritevoli proposti dalle associazioni e offrire il medesimo importo alle vittime di odio online affinché possano fruire in modo totalmente gratuito dei servizi di difesa legale di Chi Odia Paga. In questo modo si crea un circolo virtuoso in cui le aziende vengono supportate in modo concreto a raggiungere i propri obiettivi di CSR, le associazioni vengono sostenute nella realizzazione dei progetti, le vittime sanno di poter contare su uno strumento di difesa efficace e gratuito dagli attacchi dei propri haters. Solo Chi Odia...Paga.
Incentivare gli utenti ad accedere ai servizi di difesa legale digitale
Da oggi gli utenti che avranno bisogno di supporto e tutela legale per reati come revenge porn, stalking, cyberbullismo o diffamazione online visitando il sito di Chi Odia Paga possono richiedere una card del valore di 150 euro utile a coprire le spese per i servizi come la legalizzazione delle prove online, la rimozione dei contenuti offensivi o la generazione di una vera e propria diffida online contro i propri haters. L’obiettivo di Chi Odia Paga è quello di democratizzare l’accesso degli utenti alla tutela dei propri diritti, facendo in modo che nessuna vittima resti indifesa. Una mission questa che sin dall’inizio ha guidato COP nella creazione del proprio modello di business a vocazione sociale e che si sta rivelando sempre più virtuoso e sinergico con gli altri soggetti attivi nel settore.
COP è una startup innovativa a vocazione sociale lanciata a Milano nel 2018 dal venture accelerator Nuvolab, con il finanziamento di Oltre Venture e l’advisory legaltech di LT42. Tramite la piattaforma legaltech Chi Odia Paga si prefigge l’obiettivo di difendere i bersagli di odio online rendendo fruibile direttamente online l’accesso a tutte le azioni necessarie per rispondere legalmente agli attacchi degli hater di cui l'utente è vittima.